domenica 13 giugno 2010

nella bottiglia del liquore

 

sussurrare al buio
non aiuta a farmi compagnia,
aspettare il giorno
per cestinarlo subito dopo,

men che meno.

una tequila sale e limone
tra le discussioni dei passanti clienti
e la tua voce in mezzo
solo per pochi istanti.

abbracciami come un altro luogo comune
che ci circonda,
e disegnaci meglio. 
meglio di un display, almeno.

cacciami via il possesso
e l'esclusiva delle tue tette. per non ripartire dal collo e fermarmi sul culo e tornare alle orecchie.


trova un altro argomento
che sia interessante.

sbadiglio mentre a guardarti mi meraviglio
e non capisco l'abbaglio,
mi schianto sul muro e capisco
che confronto è solo uno sbaglio.

venerdì 7 maggio 2010

O2

ed era fatta di aria.

mi dissero: non puoi viverci senza, il cervello ha bisogno di ossigeno. non può mancare,  mai.

mi convinco e provo ad abbracciarla ma non riesco a stringerla.

ecco, era ossigeno.

martedì 13 aprile 2010

precetto.1

sole dalla serranda
e cimiteri di zanzare
sette solo in un ora
e dici che è primavera
ma gli uccelli si confondono
col rumore dei bus
che tu ostinata perdi.

mai una cazzo di canzone su questa radio di merda
mai un accordo nuovo dalla mia chitarra.

io comincio a rovinare pure i bei rapporti
di un tempo, lecco il culo a destra
e a destra perchè la manca manca.
eppure ero sincera. hai detto.
anche io. ho risposto.

mi raccomando svegliati è il gelo di una partenza
mi raccomando svegliati è il mio sipario.

vorrei non riuscire a dormire
continuare a guidare
lo spannavetri non gira
il cd salta tra le buche
e la radio è muta di canzoni famose.

ancora chiedo il senso dei divani,
della cucina bianca,
del tavolo bianco
e del televisore.
la morte del sabato di pranzo.

dici che le informazioni di vincent
ci piace solo perchè la ascoltiamo sempre.
dici che devo muovermi.
dico che vorrei non riuscire a dormire.

venerdì 5 marzo 2010

senza titolo

ultimamente è sempre più difficile scriverti
non riesco più a trovare le parole
che un giorno riuscì a spararti in viso.
Passo pomeriggi a rigare fogli che saranno stracciati
come le stesse ore, che diventano giorni,
che passo a immaginarti.
e a non fare niente.

Vorrei sapere in che parte dei miei emisferi ti nascondi,
in quale regione, in quale lobulo.
Se lo sapessi, certe volte(come questa)
pagherei per un'ischemia.

Perchè le nostre canzoni sono le più tristi?
E così anche per le nostre foto,
per le nostre frasi,
i nostri attimi.

I risultati sono sempre in antitesi col giusto
le risposte sono sempre quelle sbagliate
le mie poesie sono sempre le più patetiche.

Scrivo solo perchè mi manca il tuo collo
e questo scatena un applauso di assenze
che scatenano un oceano di posticipi
continuando a renderci una divisione di sguardi.

La colpa, forse, è della nostra musica
che ci avvolge quando siamo amore,


[e sei qua, tra le mie braccia, sotto le mie lenzuola, sotto il mio cuore, sotto il mio fiato, mentre i nostri pensieri sono gli stessi, e anche loro cantano all’unisono]

e mi neutralizza quando non ci sei.

martedì 1 settembre 2009

Meglio ad occhi chiusi

 

stanotte ci siamo incontrati, ancora.
c’era sabbia e c’era mare
che erano suolo e orizzonte,
c’era la poesia del silenzio,
che vi si riposava lentamente addosso.

i granelli diventavano freschi sollievi
per i nostri giochi
e le nostre nenie si suonavano
tra gli scogli e la schiuma.

Eravamo avvolti dalla bellezza.

 

e nel silenzio mi svelavi
i tuoi segreti mentre con una matita
univi le stelle disegnando meraviglie
che avrei voluto trattenere più a lungo.


e avevo il terrore di muovermi,
avevo il terrore di muoverti,
avevo terrore del rumore.

mercoledì 17 giugno 2009

Prima di dormire

certe volte,
se la notte finisce
prima che gli uccelli cantino
e ancora è buio,
ho paura che sia tutto
frutto della mia fantasia.

certe volte,
quando è buio solo appena chiudo gli occhi-li chiudo-
e gli uccelli cantano buongiorno al mattino,
tu sei vestita di casa
e tieni i capelli raccolti e
allora non è più buio neanche
ad occhi chiusi.

certe volte,
quando la strada del ritorno
scivola sotto i miei piedi barcollanti,
non c'è il caldo e non ci sono le zanzare,
ma solo finta gioia che diventa
senza troppi pensieri
subito sonno.

E sogno troppo da non ricordare nulla,
rivivo immagini dimenticate,
sogno scene troppo perfette per esser ricordate
o non riesco a uscire dalla culla
e mi risveglio tra il sudore.

certe volte,
è un caldo infernale ed è già mattino,
e le automobili si risvegliano,
e le gru distruggono,
e gli uccelli non cantano neppure
e spero che sia tutto
frutto della mia fantasia.

venerdì 10 aprile 2009

la resurrezione spolverata

dopo amori da mcdrive
e prima di guerre di mafia
durante festività alimentari
ritroviamo vecchie foto
a sviluppo istantaneo.

vivessimo sempre questi dieci giorni
non ricercheremmo più affetti oltremare

scattassimo sempre queste foto
non ci importerebbe del caffè bruciato

e tutta la merda intorno scompare
tra il calcetto e una cantata
ti chiamano compare
e tu
ti senti a casa.