In ricordi forse un po' remoti
trovo spesso pomeriggi pieni di dadi e guerre.
In pseudonotiziari,
quando mi capita di seguirli,
trovo spesso giornate piene di dadi e guerre.
"tesoro ti prego, spegni la tivù" ti direi.
E' quando non c'è ispirazione che alle cinque di mattina
ci troviamo davanti al pc,
a trasformarci in reporter.
Non esiste la poesia oggi,
non si ammazza più il tempo con i giochi di ruolo.
Oggi giocano loro.
"tesoro ti prego, prendi una chitarra e cantami Holah" ti direi.
Quando l'economia diventa un gioco di ruolo
sono loro che si divertono a fare la guerra con noi
e non ammazzano il tempo
uccidono le nostre idee.
Che senso avrebbe fare politica,
che senso avrebbe leggere i quotidiani,
che senso avrebbe firmare petizioni,
che senso avrebbe gioire per Obama,
che senso avrebbe urlare in piazza.
"tesoro ti prego, non fare tardi al collettivo" ti direi.
Comitati Nazionali, Organizzazioni Mondiali,
Banche Federali, Paesi.
Sono i prestanome delle uniche persone che
ancora oggi possono giocare a Risiko.
Non ci sono regole, ne carrarmati.
I bollettini di guerra li fanno loro,
i soldati li fanno loro,
le armi le fanno loro,
i rumori li fanno loro.
"ti prego tesoro, tu che credi, prega.
prega perchè io non possa mai sentire,
il rumore del bavaglio alla bocca,
le urla di disperazione di mia madre,
il crollo delle mura di casa mia" ti direi.
Non hanno neanche un limite di tempo,
le nostre partite duravano massimo 3 ore,
loro giocano, giocano all'infinito.
"ti prego tesoro, distraimi,
raccontami che hai fatto oggi in facoltà" ti direi.
Muovono pedine, che hanno cuore e polmoni,
le abindolano, le corrompono,
le costringono ad odiarsi tra loro.
"ti prego tesoro, spiega a me e a tutti gli altri
come fanno le api a non farsi la guerra per un fiore,
come fanno le api a morire per difendere la propria specie" ti direi.
Ci convincono a guardarci diversi,
noi anatomicamente identici,
noi così stupidi.
"ti prego tesoro, spiegaci
come fanno i tulipani, i girasoli, le margherite, le rose, le viole
a vivere nella stessa aiuola" ti direi.
Gli idioti sono uomini che non possono fare nulla,
che si sottomettono a qualcun altro,
che non riescono a cambiare nulla.
E non c'è poesia nell'idiozia.
Anche noi giocavamo a risiko,
ma non uccidevamo nessuno.
"ti prego tesoro, alza lo stereo" ti direi.


I trust in you, man! Veramente suggestiva, mi è salita un'ondata di odio che sin dal mattino mi permette di distinguermi dagli idioti,colpevoli purtroppo quanto me e te della rovina cui andiamo incontro. Complimenti di nuovo.
RispondiEliminaio la manderei su versozero fossi in te... hai sovvertito il mio motto ma tanto si sovvertiva già da sè.
RispondiEliminaanche se la poesia che ci portiamo dietro è seppellita, non muore. scompare, ha vita breve quanto una notizia di fondo su un giornale, ma non muore. tutti hanno la poesia in sè ma oggi giocano loro, loro hanno sempre giocato, e la poesia non muore. soffre, come tutto del resto, ma non muore.
ti prego tesoro, continuiamo a giocare a quel gioco che fa vivere, che non è quello che sembra, ma che è.
RispondiEliminabisou
Complimenti.. veramente..
RispondiEliminauna poesia fantastica. niente da dire jejej.. mi hai salvato la giornata con questa lettura. grande
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RispondiEliminaforse nella poesia c'è idiozia.. e ricorda è sempre meglio essere chiamati poeti idioti che uomini che si sottomettono a qualcun'altro.Sono belle righe davvero... l'ultima frase "alza il volume della radio" mi fa pensare ad un racconto cheho letto da poco .. "Words the happy day" in cui il protagonista è solo ed infelice e alla fine decide di alzare il volume della radio.. per non sentire..o far finta di non sentire.
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