martedì 1 settembre 2009

Meglio ad occhi chiusi

 

stanotte ci siamo incontrati, ancora.
c’era sabbia e c’era mare
che erano suolo e orizzonte,
c’era la poesia del silenzio,
che vi si riposava lentamente addosso.

i granelli diventavano freschi sollievi
per i nostri giochi
e le nostre nenie si suonavano
tra gli scogli e la schiuma.

Eravamo avvolti dalla bellezza.

 

e nel silenzio mi svelavi
i tuoi segreti mentre con una matita
univi le stelle disegnando meraviglie
che avrei voluto trattenere più a lungo.


e avevo il terrore di muovermi,
avevo il terrore di muoverti,
avevo terrore del rumore.

mercoledì 17 giugno 2009

Prima di dormire

certe volte,
se la notte finisce
prima che gli uccelli cantino
e ancora è buio,
ho paura che sia tutto
frutto della mia fantasia.

certe volte,
quando è buio solo appena chiudo gli occhi-li chiudo-
e gli uccelli cantano buongiorno al mattino,
tu sei vestita di casa
e tieni i capelli raccolti e
allora non è più buio neanche
ad occhi chiusi.

certe volte,
quando la strada del ritorno
scivola sotto i miei piedi barcollanti,
non c'è il caldo e non ci sono le zanzare,
ma solo finta gioia che diventa
senza troppi pensieri
subito sonno.

E sogno troppo da non ricordare nulla,
rivivo immagini dimenticate,
sogno scene troppo perfette per esser ricordate
o non riesco a uscire dalla culla
e mi risveglio tra il sudore.

certe volte,
è un caldo infernale ed è già mattino,
e le automobili si risvegliano,
e le gru distruggono,
e gli uccelli non cantano neppure
e spero che sia tutto
frutto della mia fantasia.

venerdì 10 aprile 2009

la resurrezione spolverata

dopo amori da mcdrive
e prima di guerre di mafia
durante festività alimentari
ritroviamo vecchie foto
a sviluppo istantaneo.

vivessimo sempre questi dieci giorni
non ricercheremmo più affetti oltremare

scattassimo sempre queste foto
non ci importerebbe del caffè bruciato

e tutta la merda intorno scompare
tra il calcetto e una cantata
ti chiamano compare
e tu
ti senti a casa.

lunedì 30 marzo 2009

La musa della poesia, oggi, ha la cintura di castità

In ricordi forse un po' remoti
trovo spesso pomeriggi pieni di dadi e guerre.


In pseudonotiziari,
quando mi capita di seguirli,
trovo spesso giornate piene di dadi e guerre.


"tesoro ti prego, spegni la tivù" ti direi.


E' quando non c'è ispirazione che alle cinque di mattina
ci troviamo davanti al pc,
a trasformarci in reporter.


Non esiste la poesia oggi,
non si ammazza più il tempo con i giochi di ruolo.


Oggi giocano loro.


"tesoro ti prego, prendi una chitarra e cantami Holah" ti direi.


Quando l'economia diventa un gioco di ruolo
sono loro che si divertono a fare la guerra con noi
e non ammazzano il tempo
uccidono le nostre idee.


Che senso avrebbe fare politica,
che senso avrebbe leggere i quotidiani,
che senso avrebbe firmare petizioni,
che senso avrebbe gioire per Obama,
che senso avrebbe urlare in piazza.


"tesoro ti prego, non fare tardi al collettivo" ti direi.


Comitati Nazionali, Organizzazioni Mondiali,
Banche Federali, Paesi.
Sono i prestanome delle uniche persone che
ancora oggi possono giocare a Risiko.


Non ci sono regole, ne carrarmati.
I bollettini di guerra li fanno loro,
i soldati li fanno loro,
le armi le fanno loro,
i rumori li fanno loro.


"ti prego tesoro, tu che credi, prega.
prega perchè io non possa mai sentire,
il rumore del bavaglio alla bocca,
le urla di disperazione di mia madre,
il crollo delle mura di casa mia" ti direi.


Non hanno neanche un limite di tempo,
le nostre partite duravano massimo 3 ore,
loro giocano, giocano all'infinito.


"ti prego tesoro, distraimi,
raccontami che hai fatto oggi in facoltà" ti direi.


Muovono pedine, che hanno cuore e polmoni,
le abindolano, le corrompono,
le costringono ad odiarsi tra loro.


"ti prego tesoro, spiega a me e a tutti gli altri
come fanno le api a non farsi la guerra per un fiore,
come fanno le api a morire per difendere la propria specie" ti direi.


Ci convincono a guardarci diversi,
noi anatomicamente identici,
noi così stupidi.


"ti prego tesoro, spiegaci
come fanno i tulipani, i girasoli, le margherite, le rose, le viole
a vivere nella stessa aiuola" ti direi.


Gli idioti sono uomini che non possono fare nulla,
che si sottomettono a qualcun altro,
che non riescono a cambiare nulla.


E non c'è poesia nell'idiozia.


Anche noi giocavamo a risiko,


ma non uccidevamo nessuno.


"ti prego tesoro, alza lo stereo" ti direi.

lunedì 23 febbraio 2009

Vita (lettera di un malandrino in agonia)

a te che mi sei sempre sfuggita, che mai ti sei presentata.
a te che somigli ad un orgasmo, un'orgia.
a te che somigli alla trasgressione, che sei adrenalina.
a te che corri.
a te che hai il rumore di una pistola.
a te che credevo di vederti dal foro del passamontagna.
a te che mi sembravi bianca.
a te che corri.
a te che sembri un'impennata.
a te che sembri rispetto paura e potere.
a te che somigli alla trasgressione, a te che sei adrenalina.
a te che corri.
a te che ti ho inseguita, che ti ho raggiunta, che ti ho toccato una spalla.
a te che hai fatto rumore,
a te che hai fatto pianti,
a te che hai fatto sirene.
a te che ti ho inseguita, che ti ho raggiunta, che ti ho toccato una spalla.
a te che aspetto che ti volti,

adesso,
appeso a questa respiratore,
adesso,
in questo letto.

il cioccolato fano è il migliore

i nostri paesaggi notturni continuano a mentirci,
noi che andiamo a letto con le ansie e i batticuori,
chiudiamo gli occhi e tutto il vuoto ci cade addosso.


noi che abbiamo lavato le lenzuola con l'ammorbidente,
mentre i nostri sogni continuano a perseverare nella durezza del marmo.


amore che succede?
dove siamo noi bambini a finire distrutti sul letto?
dove siamo noi ad abbracciarci e lasciarci il mondo sopra le nuvole?
dove siamo noi a chiudere gli occhi e vedere i colori?


amore, senti il mio stomaco,
che prova a digerire tutto quello
che abbiamo deciso di sapere.


senti il mio cuore prendersi le colpe
tachicardico, a sbattersi perchè
abbiamo lasciato le nostre case
in mano a chi vuole l'esercito regionale.


perchè imbottiamo i nostri guanciali
di coscienze lavate nella polvere
che echeggiano nelle nostre notti
sbarrandoci le pupille dentro al buio della camera?


perchè sentiamo la fame del dopo guerra
se abbiamo la pancia piena
e l'armadio pieno.

perchè siamo così sbagliati
se ci ostiniamo a tenere la tv spenta.
perchè non ci preoccupiamo di cogne
e dei naufraghi dell’ isola
e ci sentiamo alieni ai discorsi della gente?


Amore perchè l'ottantaquattro è arrivato così presto e feroce?

amore, perchè non mi circondi con le tue braccia
e i tuoi sorrisi?


amore. ti prego amore. chiudimi nei tuoi occhi, ti prego
non voglio vedere sentire dire più nulla.

rossi silenzi di marzi precedenti

il mare ormai è rosso.
è rosso e freddo. Adesso è rosso e freddo.
E' marzo, che lo fa rosso e freddo.
I pesci muoiono,        senza rinascere,         senza riprodursi.
E Nel contempo, il mare si popola di festose formiche.
Festose formiche marine pasquali.
Portano con loro inesplose e pericolose uova a-na-tomiche.
Uova che era importante esplodessero di gioia.
Uova che implodono,
e che tra quattro giorni andranno riaperte,
per rispettare il
"da consumarsi preferibilmente entro il".
                    I pesci sono al rogo,
davanti agli occhi rosso mare delle formiche,
incredule e festanti           e shockate             e bagnate
            e inverosimilmente terrorizzate dalla mancanza di cioccolata,
che purtroppo risiede solo
                                      sulle rive del tagliamento.

"stella i pesci stanno bruciando, stella il mio mare sta bruciando,
stella il mio sangue non riesce a spegnere il rogo dei pesci,
stella i pesci sono acqua non possono bruciare, stella dimmelo, ridimmelo"

                                                           silenzi rossi

 

 

scopami bene Agneska,
scopami forte,           scopami ancora.
che il mare è morto

incubi di una notte di fine estate

basta restare in silenzio.
per ascoltarlo.
è quando tutto tace che si espande,
si allunga,
inondando tutto.
lo puoi sentire avvinghiarti e
stringerti le mani al collo,
è soffocante,o ,
semplicemente logorante.
avevo dimenticato la sua fisionomia,
il suo acciecante manifestarsi. lo sento strillare,
picchiare forte contro
le
pareti
        della
              stanza.
é un rumore buio,
è è è è è è è
coleracoleracoleracoleracoleracolera.

E' niente,
il niente che si rappresenta, che ci rappresenta.
A noi vittime ci ricoprono di teli bianchi,
niente terrorismo visivo,
niente oscenità.
La gente deve dormire.
Ho visto troppi giorni diventare buie notti a sole alto.

Abbiamo visto troppe lune spente durante le nostre notti.
Ed è per questo che sono qui,
                             adesso.
Mentre dormi,
  Mentre lui, ancora più insofferente,
sibila sotto la serranda.
Prepotente e maleducato ti prende il respiro, la parola e lo sguardo.

e mentre la tivù trasmette  antico trash-porno di autori neorealisti, mi chiedo se  davvero ne valga la pena.